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Saturday 9 July 2016

Scott Henderson - Some tricks about pentatonic scale, rhythmic patterns, whammy bar and bridge settings


I'm not a big fan of Scott Henderson and his playing.
I've never been. And I think I'll never be.
But one of the things I like the most about learning guitar, is how I'm still interested at the age of 40 in nearly everything style and sound you can obtain from a guitar.
I feel like a child every time I hear or see something good coming out from those six strings.
Any kind of music, any technique makes me curious like a teenager.
It doesn't matter if I'll never play that kind of music on a record or on stage, 'cause maybe I'm not really into that stuff, like classical music, bossa-nova, or in this case, fusion.
Honestly, the worst kind of music ever invented.
But it just doesn't matter.
Watching this video, I couldn't be more curious than this, because even if it is not my cup of tea, all that I see is a great guitar master saying interesting things about harmony, rhythmic patterns, whammy bar, and finally bridge settings.
I had to watch it 3 times to catch every nuance, 'cause there are a lot of notions for a 10 minutes video.
So, thank you so much Mr Scott Henderson.
..and you, skeptical rockers, give it a try!
If you really love music and your guitar, you won't be disappointed about that one.



Thursday 7 July 2016

"All About That Bass" - Non sparate su Spotify. Oppure sì, ma occhio alle bufale.

Un mio caro amico, che non è affatto nuovo a questioni musicali e discografiche, ha postato l'ennesimo articolo a caratteri cubitali contro Spotify. "My song was streamed 178Million Times On Spotify. I was Paid $5679"
Letto il titolo, già non mi quadrava, e infatti la prima riga dell'articolo è un disclaimer:
"Update: Kadish (the songwriter) was actually referring to Pandora-specific streaming radio, instead of broader streaming (which would include on-demand Spotify streams)." Punto 1- Giornalismo fazioso che mette Spotify nel titolo mentre non si parla di Spotify bensì di Pandora.
Punto 2- Provate a cercare su YouTube Kevin Kadish l'autore del brano in questione "All About That Bass". Troverete una sua versione del brano in versione acustica e spero ironica, con 700 visualizzazioni, roba da dover baciare le pile a uno sconosciuto Leading Guy o Galapaghost qualunque.
Ora cercate invece "All About That Bass" di Meghan Trainor. Il suo canale ufficiale ha solo per questo specifico brano 1,434,099,023 visualizzazioni.
Prima cosa andrebbe chiarito che stiamo parlando di diritti d'autore e non di royalties sulle vendite. Ignoro come questo signore si sia messo d'accordo con gli editori del brano, ma le sue capacità manageriali nel vendere un brano ad un interprete non hanno molto a che vedere con la ripartizione dei proventi di Spotify o di Pandora. Potrebbe avere ceduto i diritti o al contrario avere dei punti di royalties sulle vendite, ma è davvero difficile giudicare delle cifre senza sapere i termini degli accordi. Al limite potrebbe riguardare di più che tipo di accordi la sua società di collecting (la SIAE del caso) riesce a stringere con i colossi digitali, più che la ripartizione dei proventi delle stesse.
Seconda cosa, mal contati, ma proprio mal contati, le visualizzazioni di YouTube possono portare diciamo 5000 US$ ogni milione di visualizzazioni. Che nel caso di noi comuni indie-mortali non sono nulla.
Ma qui stiamo quindi parlando, molto mal contati, di 7.500.000 US$ di proventi solo da YouTube per quel brano. Quindi come dire, io non so come questo signore si sia messo d'accordo con l'interprete, ma tant'è, da qualche parte due lire qualcuno le ha fatte. Certo è, le ha fatte l'account di Meghan Trainor, e non lo sfigato col telefono che ha messo quella versione acustica presa di starforo alla festa delle medie di Kevin Kadish. Con tutto il rispetto per Kevin, che sembra pure bravo e simpatico. Terza cosa, "update" dicono, aggiornamento. Kevin parlava di Pandora. Ah. OK. E Spotify? e Amazon? iTunes? Deezer? Google, 8Tracks, Shazam, Tidal, YouTube, Rhapsody, Groove Music, e le altre decine se non centinaia di piattaforme? Voglio dire, ti lamenti di quanto ti paga Pandora, ma chi se la caga Pandora? Io non voglio fare i conti in tasca a nessuno, ma un brano che ha quei numeri ha quei numeri ovunque, quindi sì, 5000$ per 170 milioni di ascolti sono ridicoli, ma il concetto della distribuzione digitale è proprio quello, sapere che quella piccola cifra è moltiplicata per centinaia di piattaforme, in tutto il mondo in ogni momento. Quindi anche qui contando coi piedi, se Pandora ti porta 5000$, vorrei davvero capire quanto ti porta il resto, perché non mi stupirebbe che questa cifra fosse da moltiplicare per cento. Oppure, non ti pace Pandora? Escludilo dalla tua distribuzione, come ha fatto Adele che per il primo anno non ha dato l'album a Spotify.
Io quello che posso dire è che per una etichetta minuscola come la nostra Lady Lovely, il rendiconto dello streaming ha ultimamente raggiunto quello delle vendite digitali.
In soldoni, Spotify ci porta al mese la stessa somma di iTunes. Capiamoci, stiamo parlando di briciole. Ma non di zero. E sapendo i numeri di ascolti che abbiamo noi, mi viene davvero difficile pensare che con 178milioni di views non ci si riesca a sfamare una famiglia.
Di fatto poi, questi hanno cambiato il titolo in corsa.
Prima: My song was streamed 178Million Times On Spotify. I was Paid $5679. dopo My song was streamed 178Million Times. I was Paid $5679. Una bufala bella e buona, un patchwork di 3 o 4 notizie insieme riappiccicate a muzzo per fare un titolo acchiappaclick.
In tutto questo non voglio dire che sia un bel momento per i musicisti, ma il modo di uscirne è stare al passo coi tempi. Anche fare le lotte, ma a ragion veduta e con cognizione di causa.
Vero è che i servizi di streaming pagano poco, pochissimo. Ma trovo pessimo che alcune sedicenti riviste musicali facciano disinformazione gettando benzina sul fuoco alla ricerca di click, mentre potrebbero fornire analisi e chiavi di lettura ben più interessanti.